Leggende metropolitane di videogiochi retrò che ti lasceranno a bocca aperta

leggende metropolitane

Come siamo attratti da una salsa, un pettegolezzo e un segreto che i giochi nascondono e che probabilmente non conoscevi, allora siediti e goditi queste leggende metropolitane ora che Halloween sta arrivando 😉

Abbiamo iniziato! Ricevi la chiamata di un personaggio dall’interno di un videogioco? Resuscitare Aeris da Final Fantasy VII? Traumatizzato per la vita giocando a uno sparatutto della vecchia scuola? Ai videogiochi non mancano miti o storie per impedirti di dormire. E iniziamo con un classico, che è anche vero. Parliamo dell’E.T. l’Extra-Terrestre di Atari 2600 è quello di renderlo uno dei grandi fallimenti nell’industria dei videogiochi. Una cartuccia prodotta in sei mesi che, in pratica, è stata progettata in sei settimane. Per nascondere le dimensioni del fiasco, abbassando il tappeto, diversi camion con copie sono finiti sepolti nel mezzo del deserto di Alamogordo con l’avallo del governo messicano.

Un’area del primo Pokémon che ci induce al suicidio? Così dice la leggenda metropolitana. Una melodia in chiave minore, ridondante, lenta, cupa, che terrorizza e ipnotizza in parti uguali. Lì risiede un cimitero Pokémon. Quasi 700 persone sono state ricoverate in ospedale, ma questo perché il gioco provocava l’epilessia fotosensibile, cosa poco conosciuta all’epoca.

Un’altra delle leggende metropolitane che non possiamo lasciarci alle spalle è ‘Mike Tyson Punch Out‘ se, proprio quando mancano un minuto e trenta secondi al secondo round, premi il pulsante START, Mario appare e spara al tuo personaggio. Ma questo è INVENTA!, Super Mario appare come arbitro solo due volte. https://www.youtube.com/watch?v=rcJneBFV9cI Polybius, la leggenda delle leggende metropolitane, sarebbe una macchina sperimentale utilizzata dalla CIA per reclutare e spiare l’ascesa dei videogiochi tra la popolazione. La realtà non esisteva.

Si narra che una delle sue poche strutture ricreative sia stata installata a Portland (Oregon) e si dice che tutti coloro che hanno giocato hanno attraversato tre fasi: la dipendenza, con l’ansia di voler continuare a giocare; disturbi del sonno, con incubi fatali e convulsioni; e infine la morte o il completo lavaggio del cervello. Un’altra curiosa leggenda che abbiamo messo alla prova un’intera generazione di videogiocatori: in Duck Hunt, il classico NES a cui abbiamo giocato imbrogliando portando la pistola al massimo consentito sullo schermo, si diceva che avremmo potuto uccidere il cane se avessimo sparato in un momento preciso, quando le sue orecchie sporgono. Non preoccuparti di provare, ne abbiamo già provati per anni. È impossibile.

I fan di Minecraft riconosceranno questa recente leggenda. Si dice che un giocatore sia andato alla ricerca di materiali e abbia visto qualcosa che si muoveva nelle nebbie in lontananza. Mentre si avvicinava si imbatté in un personaggio dagli occhi bianchi che non si mosse mai, rimase muto e inerte. Tranne se chiedi aiuto per sapere di cosa si tratta; poi verrà da noi e dirà “lascia”. Il mito risale all’autore stesso, a Markus Alexej Persson, comunemente noto come Notch, e al suo presunto fratello morto anni fa. La realtà è che Notch non ha un fratello morto ed è impossibile che si finisca per imbattersi in Herobrine, né nella finzione né nella realtà.

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